Sulle pagine della rivista il Fisco (n. 43/2024), Gabriele Giardina, insieme a Giulia Sorci e Davide Greco, commentano una recentissima pronuncia della Corte di Cassazione (Cass. n. 25917 del 2 ottobre 2024) in materia di esterovestizione. 

La decisione risulta di particolare rilievo poiché´ interviene sulla querelle - da tempo particolarmente dibattuta in giurisprudenza - afferente alla natura giuridica della c.d. esterovestizione, offrendo una “panoramica” molto chiara e puntuale. Due i punti chiave della pronuncia. In primo luogo, sarebbe stato nuovamente ribadito, ancorché´ con meno vigore rispetto a talune pronunce passate, che il fenomeno dell’esterovestizione non è fattispecie da ricondurre necessariamente nell’alveo delle operazioni elusive. 

Secondo punto di rilievo è certamente la “convalida” della “nuova” linea interpretativa in materia di esterovestizione che inquadra il fenomeno all’interno della disciplina generale della residenza fiscale distinguendo la c.d. esterovestizione di fatto da quella di diritto. 

La sentenza in commento è da salutare con assoluto favore collocandosi all’interno del “nuovo” filone giurisprudenziale seguito dalla Suprema Corte di cassazione, che parrebbe ricondurre il fenomeno dell’esterovestizione nel perimetro della disciplina concernente la residenza fiscale discostandosi così da taluni “arresti giurisprudenziali” che, a partire dal 2015, avevano inquadrato quest’ultimo in termini meramente elusivi.