Articolo di Raffaele Mazzeo, Partner RSM S.p.A. pubblicato su Economy di Settembre 2024.

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Durante il periodo pandemico si è scoperto che il nostro sistema economico capitalistico da sempre considerato un sistema robusto ed evoluto era invece estremamente fragile. Uno degli elementi di maggior debolezza si è riscontrato nelle catene di fornitura e di distribuzione transcontinentali. Le favorevoli condizioni economiche, fiscali e di contesto che le grandi società produttrici individuavano in paesi lontani anche migliaia di chilometri ha spinto fortemente la delocalizzazione allungando in maniera estensiva le catene del valore al punto tale ad un certo momento tutta insieme è emersa in pieno la loro vulnerabilità. 

Gli avvenimenti successivi come la guerra in Ucraina hanno contribuito a scaricare sulle filiere l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti rallentando ulteriormente la produzione industriale.  Il mondo è corso ai ripari e la prima azione di rimedio messa in atto dalle grandi imprese è stato il rientro delle produzioni. Si è così attivato un flusso inverso di rilocalizzazioni industriali (reshoring).

Nel frattempo in Europa è maturata la consapevolezza che le imprese sono fortemente esposte ai rischi delle filiere di appartenenza. I grandi gruppi e le multinazionali evolute e solide sotto i profili finanziari e organizzativi possono risultare estremamente deboli se le filiere di cui fanno parte  sono esposte a rischi elevati.

La risposta dell’Europa per incentivare modelli di sviluppo economico sostenibili

La risposta dell’UE non si è fatta attendere. Accelerando al massimo la legislazione sulla sostenibilità l’UE ha adottato in tempi record le due Direttive CSRD e la CSDDD. 

A fine 2022 l’Unione europea ha adottato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che estende l’obbligo di integrare nel bilancio l’informativa di sostenibilità ad un gran numero di imprese e che fra le diverse disposizioni prevede di rendicontare gli impatti, i rischi e le opportunità potenziali della catena del valore ( value chain).

Nel primo semestre 2024 l’Unione Europea ha adottato un’altra Direttiva che va nella stessa direzione, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive ( CSDDD o CS3D) che obbliga le grandi imprese a gestire e a monitorare i rischi legati all’ambiente e ai diritti umani sia sulle loro operazioni che sull’intera catena del valore.  Questo ultimo punto è fondamentale : la CS3D coinvolge non solo le imprese a cui è rivolta ma, indirettamente, anche le imprese terze fornitrici di servizi, di materie prime, produttrici, di trasporto fino a quelle di distribuzione dei beni. Non si tratta dunque soltanto di agire sulla catena a monte dei fornitori (upstream) ma anche a valle con i business partner (downstream).

Le nuove disposizioni prevedono a carico delle imprese soggette alla CS3D specifici questi obblighi e a farli rispettare alle imprese e ai partner commerciali della catena di appartenenza. La normativa richiede che le imprese esercitino tali obblighi definendo tali obblighi come “dovere di diligenza” (due diligence).

Come cambieranno i rapporti fra le imprese della filiera

La fase negoziale del testo definitivo della CS3D, pubblicato sulla GU europea il 5 luglio 2024, ha raggiunto, come risultato finale, l’innalzamento delle soglie di fatturato per le aziende obbligate a € 450 ml. riducendo notevolmente il perimetro di applicazione e conseguentemente il numero di aziende obbligate, stimate in circa 5.500 in Europa. Può sembrare effettivamente un numero basso, ma gli impatti sul sistema economico saranno rilevanti in quanto i grandi gruppi soggetti alla CS3D  rappresentano i soggetti del mercato di maggiore dimensione che trainano catene di valore composte da migliaia di aziende.   

Gli impatti della CS3D, infatti, non si manifesteranno esclusivamente in capo alle imprese direttamente destinatarie della Direttiva ma si estenderanno di riflesso anche alle altre numerose imprese che fanno parte della catena del valore in quanto queste ultime subiranno forti spinte ad adottare pratiche sostenibili.

Le aziende che rientrano nel perimetro di applicazione della CS3D dovranno condurre una valutazione approfondita per identificare i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente sia delle loro operazioni dei loro partner commerciali e dovranno adottare misure per prevenirli e mitiche garli ed eventualmente ove necessario devono anche essere pronte a rimediare agli impatti negativi attraverso azioni correttive.

Il dovere di diligenza si attua attraverso varie modalità come ad esempio integrando nuovi requisiti nell’albo fornitori o attraverso l’inclusione nei contratti di fornitura di clausole specifiche per garantire il rispetto di alcune pratiche di sostenibilità o di clausole di sospensione o risoluzione dei contratti in caso di situazioni negative. Nell’ambito del monitoraggio, si svolgeranno specifiche verifiche di audit sui fornitori e altri partner commerciali sul rispetto degli standard o delle clausole contrattuali. 

Le grandi imprese dovranno organizzarsi per fornire il supporto ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni offrendo ad esempio la formazione ai piccoli fornitori per aiutarli a garantire la conformità ai nuovi standard.

Breve sintesi degli obblighi di diligenza per le grandi aziende che ricadono nella CS3D

La CSD3 prevede per le società l’adozione di un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici compatibile con la transizione verso un'economia sostenibile e con il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto della soglia di 1,5 °C, in linea con l'accordo di Parigi. Questo piano deve essere aggiornato annualmente con prove dei progressi compiuti.

Il piano dovrà includere anche gli obiettivi di riduzione delle emissioni per raggiungere la neutralità climatica e le modalità di riduzione delle attività legate al carbone , la petrolio e al gas.

L'obbligo di adottare un piano di transizione non si applica alle aziende che hanno già un piano di transizione ai sensi della CSRD o che sono già coperte dal piano di transizione adottato dalla loro società controllante.

Non è oggetto di trattazione di questo articolo ma è doveroso accennare al fatto che le imprese che violeranno gli obblighi di due diligence dovranno rispondere agli eventuali danni causati e provvedere ai conseguenti risarcimenti. E prevista l’istituzione di una apposita autorità di controllo che potrà sanzionare le imprese. Questa è la naturale conseguenza del fatto che ormai la sostenibilità è legge.

L’accesso alle filiere come nuovo fattore competitivo

La CS3D e la CSRD comporteranno inevitabilmente un vantaggio competitivo per le aziende che potranno mantenere la posizione nella loro catena del valore se saranno in grado anche potenzialmente di rispettare le garanzie di conformità agli standard ambientali e sui diritti umani richieste nelle loro filiere. Le aziende che investiranno in questi ambiti usufruiranno di una corsia preferenziale negli accordi commerciali nei confronti dei grandi gruppi soggetti alla CS3D. 

È un momento favorevole per tutte le società che fanno parte di filiere soggette alla CS3D sia per gli investimenti che per cogliere le numerose opportunità che si presentano sul mercato finanziario.

Le banche facilitano i finanziamenti di investimenti green sulla spinta della normativa del settore finanziari che richiede di aumentare le esposizioni verso controparti che investono in attività ecosostenibili. Nelle istruttorie creditizie le banche stanno iniziando a includere la valutazione dei rischi di transizione legati alle filiere di appartenenza delle imprese, consapevoli che le controparti che non saranno in grado di adeguarsi rischiano di essere estromesse. 

Ma non c’è solo lo sportello bancario a cui ricorrere. Attualmente esistono e continueranno ancora ad essere emanate nei prossimi anni ulteriori misure agevolative europee del Green Deal e del PNRR di facile accesso e dotate di rilevanti risorse finanziarie per supportare gli investimenti in questi ambiti.

Le imprese soggette alla CS3D dovranno sostenere i costi del processo di due diligence. Per mantenere bassi i costi di compliance e allo stesso tempo garantire la piena conformità alla normativa, sarà necessario implementare sistemi digitali di data governance e data quality in grado di gestire in maniera efficiente il nuovo processo. 

Per gestire le attività di monitoraggio sulle imprese della filiera le soggette alla CS3D  dovranno implementare soluzioni digitali ricorrendo a portali web e a piattaforme gestionali in grado di raccogliere in modo efficiente le informazioni dalle società partner commerciali.  L’esperienza ci dice che le soluzioni data driven rappresentano l’unica strada percorribile per gestire processi di due diligence su catene di valore numerose e complesse. 

Si tratta di investimenti necessari per affrontare il prossimo scenario che vedrà l’innalzamento della complessità e della governance delle catene del valore che sempre di più saranno i veri protagonisti del mercato.