Con la CSRD, la Commissione Europea definisce per la prima volta un quadro comune di rendicontazione per i dati di sostenibilità, prevedendo specifici standard di rendicontazione, particolarmente stringenti e dettagliati. 

La Rendicontazione di sostenibilità dovrà, infatti, essere predisposta in conformità agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) elaborati dall’EFRAG, adottati il 31 luglio 2023 dalla Commissione Europea. 

Gli standard ESRS sono attualmente dodici. Essi prevedono l’obbligo di pubblicare politiche, azioni e target aziendali (PAT) rispetto alle questioni di sostenibilità (ESG) rilevanti per l’impresa:

1.Questioni ambientali: cambiamenti climatici, inquinamento, acqua e risorse marine, biodiversità ed ecosistemi, economia circolare;

2.Questioni sociali: forza lavoro propria e della catena del valore inclusa la parità di genere, comunità impattate, e consumatori- utilizzatori finali;

3.Questioni di governance, inclusi whistleblowing, lotta alla corruzione, rapporti con i fornitori e pratiche di pagamento, benessere degli animali e coinvolgimento politico.

Gli ESRS richiedono anche il consolidamento delle informazioni di sostenibilità della catena del valore, ovvero quelle che riguardano società controllate e business partner.

Le imprese obbligate

La CSRD amplia la platea delle imprese obbligate a pubblicare la rendicontazione di sostenibilità, che passeranno dalle attuali 11.000 a circa 50.000. La CSRD prevede, infatti, l’obbligo di rendicontazione delle informazioni di sostenibilità:

Dal 2024 e quindi dai bilanci pubblicati nel 2025L’obbligo riguarda le società quotate in mercati regolamentati, banche e assicurazioni con oltre 500 dipendenti medi
Dal 2025 e quindi dai bilanci pubblicati nel 2026

L’obbligo si estende alle grandi imprese, anche quelle non quotate, che abbiano superato, nel primo esercizio o per due esercizi consecutivi, almeno due dei seguenti parametri, anche a livello consolidato: 

 - Fatturato > € 50 Milioni;

 - Totale attivo > € 25 Milioni;

 - Dipendenti medi annui > 250.

Dal 2026 e quindi dai bilanci pubblicati nel 2027L’obbligo si amplierà anche alle piccole e medie imprese quotate, agli istituti di credito piccoli e non complessi e alle imprese assicurative captive

Dal 2028 e quindi dai bilanci pubblicati nel 2029

L’obbligo riguarderà anche le imprese madri extra-europee, per il tramite delle società figlie e succursali UE, che abbiano generato, negli ultimi due esercizi consecutivi, a livello di gruppo o, se non applicabile, a livello individuale, nel territorio dell’Unione ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro

Maggiori responsabilità per amministratori, sindaci e CFO
La misurazione dei dati ESG è dunque la sfida che le imprese europee dovranno affrontare nei prossimi anni.

Questa novità comporta un ampliamento radicale della governance societaria e del processo di reporting a carico del CFO: dalle maggiori responsabilità per gli amministratori e il collegio sindacale, al coinvolgimento delle altre funzioni aziendali, fino all’obbligo di una revisione specifica delle informazioni di sostenibilità da parte della società di revisione. 

Per garantire l’affidabilità delle informazioni di sostenibilità rispetto alla complessità degli standard europei ESRS, le società obbligate devono dotarsi di un sistema strutturato di controllo interno e disporre di un software di gestione contabile della sostenibilità.

L’obbligo di revisione della rendicontazione di sostenibilità

Con la CSRD le grandi imprese sono obbligate alla nomina di una società di revisione o di un revisore dotato dei requisiti di legge per rilasciare un’attestazione specifica sulla conformità della rendicontazione di sostenibilità alle norme di legge. Il soggetto nominato può essere diverso da quello incaricato della revisione legale del bilancio d’esercizio.

RSM con le imprese, nel percorso verso la CSRD

RSM è già al lavoro da tempo in progetti di adeguamento alla CSRD. 

Siamo pronti a mettere al servizio dell’impresa un Team competente e multidisciplinare, formato da professionisti adeguatamente formati in materia di ESRS e fortemente integrati tra loro. 

RSM ha istituito la Professional Practice ESG nazionale a supporto dei Team. A livello internazionale, RSM Italy partecipa agli incontri settimanali del CSRD Synergy Group, deputato a definire e aggiornare la metodologia internazionale di RSM su vari ambiti, tra cui l’assessment di doppia materialità e l’assurance.

Abbiamo la capacità integrare la conoscenza in ambito finanziario con i requisiti dell’informativa di sostenibilità, in modo da permettere al top management e al CFO di conoscere i gap rispetto alla CSRD per poi definire la road map e adeguarsi progressivamente alla normativa.

La tassonomia per prevenire il Green Washing

La CSRD prevede anche l’obbligo di quantificare contabilmente il grado di allineamento dell’attività dell’impresa rispetto al Green Deal europeo, che prevede l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Un nuovo adempimento contabile, da calcolare secondo le regole della Tassonomia green europea con riguardo ai ricavi, ai costi operativi e agli investimenti. Ma anche il faro verso cui dovranno puntare i piani strategici.

LA CSRD NON ASPETTA - Il percorso verso la sostenibilità secondo la nuova Direttiva Comunitaria

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