In data 5 novembre 2019 l’OCSE ha pubblicato una versione aggiornata delle linee guida sull’implementazione del Country by Country Reporting, contenente orientamenti per le amministrazioni fiscali e i gruppi multinazionali in merito all'attuazione e al funzionamento delle segnalazioni Paese per Paese. Inoltre, l'organizzazione ha pubblicato una lista di quattordici errori comuni commessi dai gruppi multinazionali durante la preparazione dei prospetti al fine di prevenirne la reiterazione. Scopo della pubblicazione è creare un contesto di maggiore certezza per gli operatori coinvolti in tali segnalazioni.
Lo scorso 5 novembre l’OCSE ha pubblicato nuove linee guida volte a fornire ulteriori chiarimenti sulla corretta interpretazione e compilazione del Country by Country Reporting (“CbCR”). Visti i tanti errori di forma commessi dalle aziende e i diversi disallineamenti interpretativi, si è reso necessario un ulteriore contributo chiarificatore da parte dell’autorevole organizzazione internazionale con l’obiettivo di contribuire a creare un contesto di maggiore certezza, sia per i gruppi multinazionali tenuti alla compilazione delle segnalazioni sia per le amministrazioni fiscali che ne controllano i contenuti.
Non è la prima volta che l’OCSE ritorna sul CbCR e quest’ultimo intervento rappresenta solo l’ultimo atto di una dinamica evolutiva rivelatasi particolarmente intensa sul tema. Rispetto alla pubblicazione che aveva previsto il CbCR (l’Action 13 dell’ottobre 2015), aggiornamenti in materia erano stati effettuati con pubblicazioni nel 2016, nel 2017 e nel 2018 a cui sono da aggiungersi i 2 manuali, pubblicati nel 2017, relativi all’efficace attuazione del CbCR e alla valutazione del rischio finale, e il rapporto sull’uso appropriato delle informazioni contenute nelle segnalazioni.
Con l’ultima pubblicazione di novembre, sono stati aggiornati i contenuti relativi al trattamento dei dividendi e delle relative imposte in Tabella 1 del CbCR, mentre quesiti aggiuntivi sono stati previsti su tematiche quali l’uso degli importi arrotondati in Tabella 1 e sui periodi contabili atipici, ossia maggiori o minori ai consueti dodici mesi.
Sono state poi inserite quattro nuove sezioni tematiche dedicate rispettivamente alle informazioni relative alle fonti di dati in Tabella 3, alle modalità di archiviazione locali, alla presentazione di una dichiarazione unilaterale ai fini dello scambio delle segnalazioni e agli errori comuni commessi dai Gruppi multinazionali nella preparazione del CbCR. In merito a quest’ultimo punto, l’OCSE ha pubblicato sul proprio sito web un elenco di sintesi degli errori più comuni, con l’intento di aiutare i gruppi multinazionali a non commetterli e, al contempo, di facilitare le amministrazioni fiscali nella loro identificazione.
Le Linee guida troveranno applicazione con decorrenza dal 1° gennaio 2020 sebbene si invitino i membri del quadro inclusivo ad anticipare i nuovi orientamenti promossi anche agli esercizi di segnalazione precedenti a quella data, tenendo conto possibilmente delle specifiche nazionali. Inoltre, nel caso in cui il soggetto membro del quadro inclusivo non applichi le novità introdotte con le linee guida ai precedenti esercizi, tale membro dovrebbe consentire agli operatori residenti tenuti alla preparazione delle segnalazioni di applicarle su base volontaria.
Tra gli errori più comunemente osservati nella compilazione del CbCR, si segnalano i chiarimenti riferiti all’obbligatorietà dell’inserimento del codice fiscale, all’unicità della valuta da usare, agli importi da indicare in tabella 1 (che devono essere indicati in forma intera e non arrotondati) e ai ricavi, per cui sono da evitarsi le incongruenze tra valori totali e quelli da cui gli stessi scaturiscono ossia la sommatoria tra ricavi con parti correlate e non (il riferimento è alle tre colonne relative ai ricavi in Tabella 1).
Il suddetto elenco sarà oggetto di revisione periodica e pertanto verrà aggiornato in caso vengano identificati in futuro ulteriori errori che presenteranno occorrenze degne di segnalazione.
Il contributo dell’OCSE, come detto volto a creare maggiore certezza per le controparti interessate dalla compilazione delle segnalazioni (multinazionali e amministrazioni fiscali), va nella direzione di rafforzare ulteriormente il CbCR.
Le segnalazioni, la cui finalità è mostrare come una multinazionale distribuisca il reddito e altre variabili rilevanti (utili, imposte, etc.) nei Paesi in cui la stessa opera, consentono alle amministrazioni fiscali di effettuare una prima valutazione sull’esistenza di potenziali criticità in ambito transfer pricing che possano prefigurare comportamenti fiscali non corretti nei contribuenti. Inoltre, il contributo dell’OCSE arricchisce un quadro che ha certificato nel mese di settembre scorso, con la pubblicazione dei risultati della seconda fase del progetto CbCR, l’espansione della rete di scambio a 166 Paesi, dunque con una copertura pressoché totale dei gruppi multinazionali che registrino un fatturato consolidato superiore ai 750 milioni di dollari.
Ne consegue che l’intervento OCSE in parola, così come i precedenti, volti a favorire coerenza metodologica e certezza fiscale, risulti particolarmente utile ad affermare standard che possano rendere più agevole il tax risk assessment ad opera delle amministrazioni fiscali e più semplice e lineare il loro dialogo con i contribuenti.
Dott. Matteo Coppola
Transfer Pricing Manager – Milano