Il 21 maggio 2024 l'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha terminato le consultazioni sul nuovo standard di rendicontazione volontaria per le piccole e medie imprese non quotate (VSME), la cui pubblicazione si inserisce nel quadro della Direttiva (UE 2022/2464) CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), recentemente recepita in Italia, la quale sostituisce la precedente NFRD (Non-Financial Reporting Directive). 

Nel contesto normativo europeo, lo standard VSME va a completare il quadro composto dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), in vigore dal 1° gennaio 2024 e destinato agli enti di interesse pubblico e alle imprese non quotate di grandi dimensioni, e dallo standard LSME, destinato agli enti di interesse pubblico di piccole e medie dimensioni, che ha seguito lo stesso iter di consultazioni del VSME e che sarà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2026, con la possibilità di adottarlo a partire dal 2028. 

In generale l'intento principale di uno standard volontario è uniformare le modalità di raccolta e presentazione delle informazioni divulgate dalle aziende rendendole più facilmente accessibili e confrontabili per i loro fruitori. Anche il nuovo framework approntato dall’EFRAG persegue il medesimo obiettivo, andando a evitare che le imprese rendicontino i loro dati in ambito ESG in modo disomogeneo, ingenerando confusione e disorientamento presso i propri stakeholder. 

Ma l'introduzione di un report di questo tipo può indurre ulteriori conseguenze positive, ad esempio consentendo alle aziende di rispondere con coerenza, trasparenza e intellegibilità alla crescente domanda di informazioni di sostenibilità da parte di possibili finanziatori, enti e investitori, rendendo più probabile e accessibile il ricorso al credito. Inoltre, possono essere così soddisfatte le esigenze delle grandi imprese che richiedono dati di sostenibilità dai loro fornitori, in linea con l'obbligo previsto dalla CSRD di rendicontarli secondo gli ESRS. 

Il documento dell’EFRAG propone tre moduli di complessità crescente, tutti volontari. La struttura modulare consente alle imprese di adottare gradualmente pratiche di rendicontazione della sostenibilità. Una volta scelto un modulo, esso deve essere rispettato integralmente, permettendo alle imprese di progredire dal livello base ai livelli più avanzati e dettagliati. 

Il Modulo Base è pensato principalmente per le microimprese, ma può essere utilizzato anche dalle PMI. Questo modulo non richiede l’analisi di doppia materialità e prescrive undici informative di rendicontazione suddivise in categorie (basi della preparazione, ambiente, aspetti sociali e governance). Le imprese devono fornire dati sul consumo elettrico, emissioni di gas a effetto serra, inquinanti emessi, impatti su ecosistemi e biodiversità, consumo di acqua e gestione delle risorse e dei rifiuti. Per quanto riguarda gli aspetti sociali, devono rendicontare il numero di dipendenti, gli infortuni e i decessi sul lavoro, la retribuzione equa, gli accordi collettivi di contrattazione e il numero medio di ore di formazione annue. La sezione governance richiede l’indicazione del numero di condanne e le sanzioni per violazioni delle leggi anticorruzione e anticoncussione. 

Il Modulo Narrativo - Politiche, azioni e obiettivi (PAT), destinato alle imprese che hanno già implementato pratiche di sostenibilità, richiede dettagli su modello di business, iniziative in materia di sostenibilità, analisi di materialità per identificare impatti, rischi e opportunità, gestione delle attività materiali, stakeholder coinvolti e governance, inclusi i ruoli e le responsabilità degli amministratori in relazione alla sostenibilità. 

Il Modulo Partner Commerciali (BP) si basa sul Modulo Base, ma richiede l’integrazione di un’analisi di doppia materialità e informazioni aggiuntive specifiche per l’impresa. Questo modulo è pensato per soddisfare le esigenze informative di finanziatori, investitori, clienti e fornitori. 

Attualmente, oltre alla bozza del VSME, dal sito dell’EFRAG sono consultabili sia gli ESRS, che presentano una struttura composta da dodici obblighi di reportistica articolati in due requisiti generali e dieci principi tematici relativi all’ambiente, agli aspetti sociali e alla condotta aziendale, sia la bozza degli LSME, suddivisa in sei elementi: tre per la rendicontazione delle informazioni di carattere generale e tre per le tematiche ESG. 

Confrontando i tre standard, emerge che la proporzionalità prevista dalla CSRD sia stata rispettata. Il VSME è adatto alle imprese che operano come fornitori di grandi aziende o enti di interesse pubblico che rendicontano secondo gli ESRS, mentre lo standard obbligatorio per gli enti di interesse pubblico di piccole e medie dimensioni (LSME) è più completo e simile agli ESRS, seppur con informazioni meno dettagliate. 

Un punto cruciale da considerare è l’obbligo di rendicontazione ESG per tutte le imprese in Europa. Nella situazione attuale, a seguito del rinvio dal 2024 al 2026, permane infatti un vuoto normativo per le imprese operanti in settori ad alto impatto ambientale, le quali restano ancora non coperte da un quadro regolatorio specifico. 

A cura di Eugenio Gandolfi